IL RESIDENCE
Affacciata sul lago più romantico del mondo, La Darbia è il luogo ideale per una vacanza indimenticabile.

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Una settimana di delizie, le sette cose migliori da fare e da vedere intorno a La Darbia.
Mi hanno chiesto di recente quali sono le mete migliori intorno al nostro lago d’Orta, quali gli itinerari più suggestivi, i luoghi più interessanti e le attività da non perdere. Arte, buon cibo, natura, panorama, sport, credetemi: c’è solo l’imbarazzo della scelta!
Ecco a voi la lista dei miei preferiti:
L’isola di San Giulio e l’antico borgo di Orta
Uno dei posti più belli del mondo, un’isola incantata che emerge dall’acqua con il suo meraviglioso monastero benedettino. Leggende medievali avvolgono questo luogo magico, simbolo mistico di tutto il lago.
Orta San Giulio
Proprio di fronte all’isola, il borgo di Orta è destinato a catturare il visitatore con stradicciole, palazzi, chiese e vicoli che scivolano verso il lago. Un romantico aperitivo in piazzetta, assolutamente da non perdere!
Il Sacro Monte di Orta
Costruito nel XVI secolo e dedicato a San Francesco, il Sacro Monte domina Orta e offre un panorama mozzafiato. Suggerisco una passeggiata quando le luci del tramonto fanno scintillare il lago, mentre i rintocchi delle campane riempiono il cielo.
La Madonna del Sasso
Un vero balcone affacciato sul Cusio, l’imponente santuario della Madonna del Sasso costruito su uno sperone di granito, domina la sponda occidentale del lago. A volte appare sfolgorante, baciato dal sole del mattino, oppure emerge avvolto dalle nebbie lacustri, evoca sempre uno scenario da fiaba.
Stresa e le isole Borromee
Stresa è la vera perla del lago Maggiore, coi suoi eleganti alberghi in stile liberty e le tre isole Borromee che affiorano dall’acqua e regalano scorci incantati. Non è un caso che grandi artisti di un passato non troppo lontano (da Hemingway a Flaubert, da Lord Byron a Stendhal) abbiano legato il proprio nome a questi luoghi così pieni di fascino.
Il monte Mottarone
Mottarone è sinonimo di rilassanti passeggiate tra sentieri bordati di ginestre, baite alpine dove assaporare la polenta, sciate invernali lungo piste innevate. L’attrazione più divertente? Il parco divertimenti di Alpyland con la sua pista di bob su rotaia.
I giardini di Villa Taranto
Nessuno dovrebbe rinunciare a un paio d’ore di visita nei famosi giardini di Villa Taranto, affacciati sul lago Maggiore, soprattutto in primavera quando il parco offre un incredibile spettacolo con migliaia di aiuole fiorite e un tripudio di tulipani colorati.
Prima di salutarvi, vorrei anche ricordare a tutti le mille attività divertenti che il nostro lago offre, dal SUP alla canoa, dalla barca ai tuffi spericolati (avete mai provato il grande trampolino al lido di Gozzano?) E ancora: i percorsi acrobatici all’Adventure Park e i giri in bicicletta (magari elettrica…) tra boschi e sentieri.
Forse forse una settimana non basta...
Rosse, allegre e golose. Vero simbolo dell’estate e della campagna, le ciliegie sono un piacere semplice, ma irresistibile.
Ne ho appena comprato un cestino al mercato e già mi sento felice: un profumo inebriante di estate invade la casa, mentre l’allegria del rosso intenso mi fa pensare alle vacanze.
Ci avete mai fatto caso? A maggio, quando fioriscono i ciliegi, anche il nostro umore cambia: i fiori fitti e vaporosi, bianchi o rosa, ci ricordano, con la loro gioiosa esplosione, che la bella stagione è alle porte. Mentre le giornate si allungano e la luce appare sempre più intensa, sugli alberi maturano grappoli di frutti dolci e carnosi, che promettono una stagione spensierata.
Da bambini le andavamo a rubare scavalcando avventurosamente i muretti e arrampicandoci agilmente sugli alberi, per questo le ciliegie mi riportano indietro nel tempo e mi fanno pensare ai sapori della campagna e alla vita all’aria aperta. Anche nel grande parco della Darbia, tra maggio e giugno i ciliegi di fronte al vigneto sembrano esplodere con rigogliose fioriture. Così, mentre penso a deliziose marmellate o a morbide crostate, mi faccio spiegare dallo chef Monfrinotti qualche ricetta semplice e golosa per godere di questo frutto dell’estate.
Avete mai pensato alle ciliegie caramellate? Oppure cotte nel vino? O ancora, nel ripieno dello strudel o spalmate sul pan brioche? Ottime nella cheesecake o nella classica torta della nonna, fantastiche con la panna o la crema pasticciera, deliziose anche nella mostarda un po’ piccante. Sono frutti versatili e generosi, si sposano bene con ogni piatto. Mi piacciono a colazione con lo yogurt nostrano, ma anche nei muffin e nel tiramisù. Sono deliziose pure con lo zabaione, per non parlare delle varietà che si mettono sotto spirito.
Anche le tisane sono un vero portento, se fate bollire dell’acqua e vi immergete una manciata di gambi secchi di ciliegie, lasciandoli in infusione, otterrete nel giro di mezz’ora una deliziosa bevanda purificante.
Nella mitologia greca la pianta del ciliegio era consacrata a Venere, dea della bellezza e dell’amore, mentre in Oriente quest’albero ha sempre rappresentato la bellezza femminile e la prosperità. In Giappone il “sakura” è un vero simbolo nazionale, la leggenda narra infatti che il colore dei suoi petali e dei suoi frutti sia un ricordo del sangue dei samurai morti in battaglia.
Noccioli di ciliegia sono stati ritrovati anche in alcuni siti preistorici, a conferma che questo frutto sugoso era già apprezzato dagli uomini del neolitico, mentre Plinio il Vecchio, nella sua “Naturalis historia” ne elencava dieci varietà diverse. Le ammiriamo anche in alcuni dipinti del Rinascimento, che ce le raffigurano sulle tavole della nobiltà come delicato accompagnamento della carne di selvaggina.
Ecco, adesso che vi ho raccontato tante belle cose sulle ciliegie, mi siedo a tavola e mi godo il loro dolce sapore. Ma prima, onorando la tradizione, esprimo tre desideri, come bisogna fare la prima volta dell’anno in cui si assaggiano questi dolci delizie… non sono certa che funzioni, ma vale la pena provare… non si sa mai!
Golf, golf e ancora golf. Come non innamorarsi di questo sport, aristocratico ed elegante, antico ed ecologico, fatto di sana lentezza e geniale strategia?
Mi destreggio ancora un po’ impacciata tra legni, ferri e putter. Mi muovo tra bunker e fairway, mi alleno a migliorare lo swing, parto dal tee per poi scivolare su un verde e morbido green, accompagnando dolcemente la palla in buca. Mi diverto e mi rilasso, insieme ad amici più esperti di me che si sono offerti di insegnarmi questo sport aristocratico.
Naturalmente, l’avrete capito, sto parlando del golf… disciplina di grande tendenza. È tutto un fiorire di campi e club intorno ai nostri laghi: chi vuole praticare questo nobile gioco non ha che l’imbarazzo della scelta, tra panorami suggestivi e circoli moderni ed attrezzati.
In un ambiente naturale incontaminato, tra boschi di querce e larici secolari, sulle colline sopra Stresa, il Golf Des Iles Borromées vanta una strepitosa vista panoramica che spazia dal Lago Maggiore alle Alpi del Sempione fino alla Svizzera. Un percorso da 18 buche si snoda tra dislivelli e ostacoli naturali, regalando momenti di autentica serenità. Tra i servizi più apprezzati che la struttura può offrire ai suoi frequentatori, ricordiamo un attrezzato campo pratica, un putting green curatissimo, un servizio di noleggio carrelli e sacche, un rifornito pro-shop.
Anche il Golf di Bogogno sorge in una posizione strategica, tra gli incantevoli panorami del Lago Maggiore e il vicino aeroporto di Milano-Malpensa. Il progetto del campo è stato firmato dall’architetto Robert Von Hagge: sua l’idea di interpretare i diversi ostacoli come dei veri e propri messaggi visivi per suggerire la tattica di gioco più adatta. Il disegno del percorso «Conte», incorniciato dalle cime del Monte Rosa, ricorda un link course, tra grandi spazi aperti e zone pianeggianti, mentre il percorso «Bonora» si snoda in un’ampia zona collinare circondata da una natura selvaggia, con gli scorci tipici del Parco del Ticino.
Tra i più antichi campi da golf italiani, il Golf Club Castelconturbia, fondato nel 1898 nei pressi di un castello seicentesco, appartiene anch’esso ad un contesto naturale incantevole. L’origine di questo circolo si deve alla passione per il golf del conte Gaspar Voli – innamorato di questa disciplina anche a seguito dei suoi frequenti viaggi in Scozia – che riuscì a convincere il conte Avogadro di Collobiano a costruire un percorso di nove buche nella sua tenuta. Il campo, frequentato anche dai membri di casa Savoia, è stato più volte riprogettato e risistemato, fino alla realizzazione dei tre percorsi attuali.
Concludo la mia rassegna, ricordando il Golf Alpino di Stresa, uno dei campi più rinomati e importanti d’Italia, caratterizzato dalla presenza di ottimi giocatori professionisti e da un percorso che si protende su una terrazza naturale alle pendici del Mottarone. Realizzato nel 1924, grazie alla progettazione dell’architetto Peter Gannon e all’abile direzione del maestro Pasquali, il Club ha dato vita al primo Open d’Italia e ha ospitato, nel corso della sua prestigiosa storia, gare nazionali e internazionali. La club house è il cuore pulsante della struttura , che viene ricordata anche per un forte spirito di accoglienza e per un percorso vario e suggestivo.
Nobile e sofisticato, il golf ha sempre trasmesso l’idea di sport raffinato ed elitario, anche se non rappresenta solo una disciplina agonistica. Esso riassume in sé esercizio fisico e capacità di concentrazione, ricerca dello swing perfetto e occasione di sintonia con la natura. Mi sembra sano e saggio, in questi tempi difficili, abbandonarci, almeno per qualche ora, ad un’esperienza green, una vera scuola serenità.